«Il seme della comunione cresce con il sangue dei martiri»

Alla Commissione per il dialogo con le Chiese orientali: il Medio Oriente diventi terra di pace, i nostri fratelli cristiani siano riconosciuti come cittadini a pieno titolo e con uguali diritti

Il «seme della comunione» fra i cristiani, e in specifico con le Chiese d’Oriente, è «germogliato» con il Concilio Vaticano II e il cammino di avvicinamento che ne è seguito, ma «continua ad essere irrigato dalsangue dei testimoni dell’unità, dal tanto sangue versato dai martiri del nostro tempo: membri di Chiese diverse che, uniti dalla comune sofferenza per il nome di Gesù, ora condividono la stessa gloria».

«Com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» ha detto Francesco ieri ai presenti, citando le parole del Salmista, «è una gioia per me accogliervi ogni due anni a Roma in occasione del vostro dialogo, che l’anno scorso si svolse presso la sede di Santa Etchmiadzin su invito della Chiesa apostolica armena». La Commissione in circa 15 anni di dialogo ha prodotto due documenti, Natura, costituzione e missione della Chiesa(2009) e Esercizio della comunione nella vita della Chiesa antica e sue implicazioni per la nostra ricerca della comunione oggi (2015). Dalla riunione del Cairo nel 2016 la riflessione comune si è orientata sui sacramenti – e tale riflessione «possa aiutarci a proseguire il percorso verso la piena comunione, verso la celebrazione comune della santa Eucaristia» ha sottolineato il Papa – l’ultima sessione ha riguardato in particolare il sacramento del matrimonio.

 

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