Cattolici, Valdesi e Ortodossi riuniti in preghiera per chiedere l’unità e il superamento di tutte le ingiustizie, secondo il tema indicato dalle comunità dell’Indonesia

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI, CONCLUSIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Cattolici, Valdesi e Ortodossi riuniti in preghiera per chiedere l’unità e il superamento di tutte le ingiustizie, secondo il tema indicato dalle comunità dell’Indonesia

Si è svolto venerdì 25 al Cuore Immacolato di Maria il momento di preghiera conclusivo della Settimana per l’unità dei cristiani, all’insegna dell’ascolto della Parola, dello stare insieme e della condivisione. I fedeli delle tre confessioni partecipanti (cattolici, valdesi e ortodossi) hanno riempito la chiesa, nonostante il maltempo e l’influenza imperversante.

Il tema che ha accompagnato il ciclo delle celebrazioni della Settimana è stato “Cercate di essere veramente giusti” (Dt 16. 18-20) è stato preparato dai cristiani dell’Indonesia ed è tratto dai versetti del Libro del Deuteronomio: un’icona chiara della loro realtà socio-politica segnata dal divario tra ricchi e poveri; tale realtà così particolare sollecita tutta la comunità cristiana a convergere in cammini di unità per affrontare l’ingiustizia.

La celebrazione ha avuto luogo nella sobrietà di gesti e simboli che ogni evento ecumenico prevede, con don Francesco Tenna (direttore dell’Ufficio diocesano per il dialogo ecumenico ed interreligioso), il pastore Bruno Gabrielli (della Chiesa Valdese di Taranto) e padre Florin Carlig (parroco della Chiesa Ortodossa Romena in Italia) che tutti insieme hanno preso posto sul presbiterio riservando la centralità alla Parola di Dio, protagonista della serata. Si è iniziato con l’ascolto di brani biblici tratti dal Deuteronomio (16, 11 -20), dalla Lettera di San Paolo ai Romani (12,1 – 13) e dal Vangelo di Luca (4, 14 – 21). Quindi, hanno fatto seguito gli interventi. Il pastore Gabrielli ha inquadrato il tema della Settimana per l’unità dei cristiani nella situazione socio-politica e religiosa dell’Indonesia: «Anche se l’Indonesia, statisticamente parlando, non è mai stata una delle nazioni più povere del Sud del mondo, da alcuni decenni, in seguito all’apertura del paese alla globalizzazione del liberismo economico e finanziario, vi si è assistito al rapido sviluppo di una minoranza di nuovi ricchi sempre più ricchi alla quale fa da insostenibile contrappeso una gran maggioranza di poveri sempre più poveri, con conseguenze devastanti in termini di corruzione della politica, dell’amministrazione della giustizia, del mondo degli affari, dell’ambiente naturale – l’Indonesia, già lo sapete, sopporta le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici: tsunami e quant’altro… – e della coesione sociale più in generale, oggi minacciata da risorgenti pregiudizi, tensioni e ostilità fra le sue diverse componenti etniche, linguistiche e religiose esasperate da un cattivo uso dei social media che demonizza alcune comunità in particolare». Il principio che tiene salda la diversità socio –culturale dell’Indonesia è espressa con «un principio condiviso, che in lingua bahasa si chiama gotong royong  – aggiunge il Pastore Gabrielli – e tradotto vuol dire vivere nella solidarietà e nella collaborazione, è a rischio come mai prima, proprio per via del diffondersi delle molteplici forme di ingiustizia e di corruzione»; il Pastore ha poi concluso invitando a  seguire la giustizia di Dio che è amore, amore incondizionato, gratuito e senza esclusioni; cercando la gloria di Dio che altro non è che la vita autentica, piena, gioiosa della sua gente quando fa la sua volontà cercando di essere veramente giusta con Dio e con tutti. Padre Florin ha indicato la pace come il primo frutto della ricerca della giustizia richiamando il messaggio per la pace del 2002 di Giovanni Paolo II: non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono. Ha invitato quindi i presenti a ricercare nella volontà di Dio la fonte della pace e come primizia di questa la giustizia; inoltre, partendo dalla Seconda Lettera a Timoteo «7Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. 8Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore», ha invitato a contemplare il volto di Dio quale giudice giusto della vita e del mondo al fine di accostarci a Lui come Padre buono e misericordioso, perché chi è stato giusto in questa vita non teme di incontrare il Giusto. Infine don Francesco Tenna ha commentato il brano evangelico in cui Gesù va a predicare in Galilea, una regione influenzata dai culti  pagani degli abitanti delle nazioni confinanti. Ma il Signore non ne ha tenuto conto dell’ingiusto preconcetto con il quale veniva segnata quella regione, annunciando proprio lì la Buona Novella. Questo (ha evidenziato il sacerdote) ci è di sprone a impegnarci per abbattere ogni differenza e pregiudizio in cui ci imbattiamo nelle diverse situazioni di vita. Inoltre, ha continuato don Francesco, quando Egli dice “Oggi per voi si realizza questa profezia che voi ascoltate”, Gesù ci fa comprendere che ogni giorno è quello giusto per ascoltare e mettere in pratica i suoi insegnamenti, per guadagnare così la vita eterna. Partendo dal Libro di Isaia che Gesù legge e commenta nella sinagoga, egli ci chiede di non rimandare il compito di portare il lieto annuncio ai poveri attraverso la nostra carità operosa, ma di farlo oggi stesso, facendoci occhio per il cieco e luce per chi non vede i sentieri di speranza affinché possiamo liberare gli oppressi dal giogo dei potenti. «Oggi, a partire da oggi – ha concluso – il Signore ci chiede di essere veramente gusti».

In seguito a ognuno dei presenti è stato consegnato un foglietto  sul quale mettere per iscritto il proprio impegno concreto per vivere i contenuti della Settimana, al fine di contribuire a costruire un futuro di giustizia e di pace. Successivamente, la recita del Padre Nostro, in cui ogni membro delle confessioni cristiane riunite ha potuto sentirsi figlio dell’unico Padre, e la lettura delle intenzioni di preghiera per l’unità dei cristiani. Prima della benedizione finale, don Francesco ha ringraziato il parroco del Cuore Immacolato di Maria, monsignor Giovanni Chiloiro, per l’accoglienza manifestata a questo importante appuntamento, e il coro parrocchiale per aver saputo ben esprimere con i canti della tradizione cattolica e valdese lo spirito dell’incontro di preghiera.

A.D.