Una “giornata” importante, per abbattere i muri dell’odio in ogni sua forma, riconoscersi fratelli, azzittire i “profeti di sventura”. Si presenta così la XXXI Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra quest’anno il 16 gennaio nelle diocesi italiane, alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) e a pochi giorni dal Giorno della memoria (27 gennaio). Varie le iniziative (incontri e tavole rotonde) messe in campo soprattutto per approfondire la conoscenza delle radici ebraiche della fede cattolica. “Negli ultimi anni – spiega il direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, don Giuliano Savina – sul tavolo dell’amicizia e della fraternità sono stati aperti alcuni rotoli delle Meghillot. Nel 2020 verrà aperto quello del Cantico dei Cantici”. “Ci auguriamo – aggiunge – che attorno a questi tavoli possano sedersi donne e uomini di generazioni diverse. Ci sta a cuore consegnare e trasmettere alle nuove generazioni i testi sacri dai quali e grazie ai quali conosciamo le nostre radici, senza i quali la nostra civiltà non solo si impoverisce, ma rischia di essere in balia dei profeti di sventura che sono sempre pronti ad alzare la cresta”. Dai cori vergognosi negli stadi agli atti di vero e proprio vandalismo contro luoghi di culto ebraici e della memoria. Rispetto a tutto ciò, don Savina è categorico: “I fatti di antisemitismo e di antigiudaismo di questi ultimi giorni ci fanno conoscere la drammatica realtà. L’indifferenza e l’ignoranza vanno combattute con tutte le nostre forze, a partire dalla corretta conoscenza dei testi delle Scritture”.
Agensir